Napoli non è soltanto il sole, il mare, il Vesuvio, la pizza e la tarantella. Al di là dei luoghi comuni che tentano di fare di Napoli e dei napoletani un simpatico luogo ameno dove riposarsi e divertirsi, a Napoli operano molte aziende serie che sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Ecco una vivida presentazione di alcune delle eccellenze aziendali presenti all’ombra del Vesuvio. Kiton, Marinella, Apreamare, Brinkmann, Carthusia, Gruppo Adler, Gruppo Grimaldi, Tramontano, Legatoria Tonti, Gay-Odin, Villa Massa, Gambrinus, Banca Cooperativa di Credito di Napoli, Università Telematica Pegaso, D’Ambra Vini, Gruppo Tufano, Pastificio Ferrara, EP, Biciclette Schiano.
Prefazione
ll nome Napoli evoca mille suggestioni, sia positive che negative. Le bellezze naturali del suo territorio, l’allegria, l’umanità e la genialità del suo popolo, la musica, i tanti tesori artistici, culturali e religiosi che testimoniano il ruolo svolto dalla città in tutti i campi del sapere nel corso dei secoli, hanno da sempre posto Napoli al centro dell’attenzione a livello mondiale, facendola considerare uno dei principali punti di riferimento culturali d’Europa.
Ma la città richiama anche immagini negative, che sono il portato sia delle sofferenze patite per le tante dominazioni e calamità subite nel corso della sua storia, che hanno fatto emergere nella sua anima più popolare i caratteri della assegnazione, dell’arte di arrangiarsi, della trascuratezza e dell’indolenza, sia dell’incapacità della sua classe dirigente che non sempre si è rivelata all’altezza delle esigenze e del ruolo che Napoli era ed è chiamata ad esprimere e che hanno portato a raffigurarla sui media di tutto il mondo con immagini di montagne di rifiuti e di quartieri periferici degradati. In questo scenario, fatto da un susseguirsi di rappresentazioni positive e negative, ecco venire alla luce un resoconto oggettivo e aperto su un aspetto poco celebrato della città, costituito da una serie di attività di eccellenza, sia produttive che di servizi, che convivono con la realtà difficile che pure è presente.
Queste attività trovano nella loro storia, nei valori, nella creatività, così propria del popolo napoletano, quella forza che serve per crescere ed affermarsi sui mercati nazionali ed internazionali. Napoli, pur nell’avvicendarsi di luci ed ombre, resta comunque un “marchio” mondiale, non solo per il folklore con cui la città è solitamente evocata, ma anche per l’eleganza dei suoi prodotti di abbigliamento, per la prelibatezza e l’esclusività dei suoi cibi, per le sue società di navigazione, per alcune eccellenze presenti nel suo sistema manifatturiero, per i suoi splendori artistici e le sue attività culturali.
Il libro curato da Alessandro Pagano focalizza l’attenzione su alcune di queste attività, che per fortuna rappresentano solo una piccola parte del sistema produttivo ed economico di punta che il territorio, pur tra mille difficoltà, riesce tuttora ad esprimere. Ed illustra come le stesse siano sorte, si siano sviluppate percorrendo traiettorie di successo ed abbiano superato i tanti ostacoli ai quali vanno incontro tutte le imprese che operano in aree caratterizzate da un ritardo di sviluppo e dalla presenza di rilevanti diseconomie. Se, tuttavia, queste iniziative riescono a vivere in un contesto problematico ed a superare difficoltà ben superiori a quelle che incontra un concorrente situato in un’altra parte del mondo è perché esse si basano su elementi vitali solidissimi, fra cui quella «capacità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza» alla quale si riferisce Giuseppe Marotta nel libro scritto nel 1947 dal titolo “L’oro di Napoli”, da cui venne tratto l’omonimo celebre film di Vittorio De Sica.
Non una narrazione autoincensatoria, quindi, che lascerebbe il tempo che trova, ma una disamina obiettiva delle tante realtà positive e vitali del territorio che lasciano trasparire le radici buone che ci sono a Napoli e delineano un percorso, un modello, una possibile via d’uscita rispetto all’attuale situazione di crisi che sembra attanagliare non solo
il capoluogo partenopeo, ma tutto il mondo occidentale.
Vincenzo Maggioni
Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese
Seconda Università di Napoli